SALVATORE PAGLIUCA

So quanti passi
so quanti passi portano a
vico quarto canale
centosessanta le pietre chiare
dalla fontana alla fornaia

so della morte della regina

e delle porte bianche di gesso:

viva savoldi pi esse fecit

milleottocentosessantaquattro

 

scolo di cesso sotto la stretta

covo di intese, rito segreto

cuccia d’eroi

                    al fumo di paglia

 

sopra le ripe annacano  i santi

alla controra gialloginestra

rotola il canto fiato di vento

sulla pietraia a forma di tomba

 

so chi pernotta negli angoli chiusi

quando la sera si gonfia d’aromi

dove distratti annusano i cani

ombre discrete del tempo guardiane

Biografia del poeta

Salvatore Pagliuca (Muro Lucano 1957)

Poeta neodialettale nato il 19 febbraio 1957 a Muro Lucano (PZ), ove risiede. Ha svolto l’attività di archeologo per il MIBACT in Basilicata e ha ricoperto la carica di Direttore dei Musei Archeologici Nazionali di Muro Lucano, Grumento e Alta Val D’Agri. Dal 1991 al 2022 è stato presidente del Centro Culturale Franco-Italiano di Muro Lucano, con il cui supporto ha organizzato mostre, concerti, bandito borse di studio e pubblicato, tra gli altri, l’opera storico-letteraria Il 1799 a Muro ovvero su di un manoscritto perduto, ritrovato e nuovamente perduto (1999) e il saggio Ceramica Lucana e Meridionale tra ‘700 ed inizi ‘900 nelle collezioni muresi (2010). Come poeta ha pubblicato Cocktél (1993), Orto botanico (1997), So quanti passi – Memoire de murs, (1998); Cor’ šcantàt’, Stupido cuore spaventato, poesie in amore (2008); Pret’ ianch’, Pietre bianche (2010); Lengh’ r’ terr’, Lingua di terra ( 2012); Nummunàt’ (2018). 

Sul gradino compaiono numeri,
cifre disposte, alcune, come i numeri civici delle case muresi.
I numeri son presenti nelle poesie e nell’attività di Salvatore.
Appena lui completa un gradino della scalinata, conta le pietre usate e comunica all’artista
quanti sassi traducono la sua opera.
Se le parole sono pietre, mi piace pensare che anche le lettere lo siano;
conto le lettere della composizione del poeta,
'so quanti passi' è formata da 489 lettere.
Vorrei usare 489 sassi tra bianchi, neri, marroni e arancioni.
per citare altri numeri, per citare altre nascite, per citare i suoni... per evocare la sua voce: 

"centosessanta le pietre chiare"
"milleottocentosessantaquattro"
19/02/1957

Numeri che rincorrono numeri, sassi che  materializzano lettere- suoni.

Parafrasando il poeta: 
per  Frà (e Salvatore), che sanno


biografia DELL'ARTISTA

Fernanda Menéndez (Mar del Plata, Argentina, 1968)

Vincitrice I edizione della borsa di studio Joseph Stella

Argentina di Mar del Plata (1968), Fernanda Menéndez è un’artista visiva che dal 1997 vive in Italia.

Diplomata all’Accademia di Arti Visive ‘Martin Malharro’ di Mar del Plata,
si è poi specializzata in ‘Scenografia e Costume per lo spettacolo’ all’Accademia di Belle Arti di Brera a Milano.

È stata vincitrice della I edizione della borsa di studio ‘Joseph Stella’, Muro Lucano 1997.

Ha tenuto numerose mostre personali e collettive in Argentina, Italia e Stati Uniti.
Vive e lavora in Italia.